Il cibo unisce Papaja, mango, quinoa, bamboo... Ecco la piramide transculturale
Attualmente si stima che in Italia vivano oltre un milione di stranieri regolari, di cui i bambini sono pari al 10% della popolazione minorile. Questo significa che stiamo andando incontro a una nuova realtà, multietnica e integrata, in cui si fondono culture, esperienze e stili di vita differenti. Un dato di cui non si può non tenere conto quando si parla di alimentazione, bisogno primario di tutti e spesso principale veicolo di aggregazione, socializzazione, amicizia e convivialità.
L’alimentazione ai tempi della multietnicità
Per questo motivo la Società Italiana di Pediatria ha formulato la Piramide Alimentare Transculturale. Si tratta di uno strumento di educazione alimentare che ha lo scopo di far incontrare i principi della dieta mediterranea – patrimonio culturale immateriale dell’umanità per l’UNESCO – con i sapori delle altre popolazioni che vivono nel nostro Paese.
In Italia, oggigiorno vivono tantissimi bambini stranieri, Frequentano le scuole e le mense italiane, sono amici dei nostri figli e può capitare di invitarli a cena o a pranzo, e viceversa. Questo fenomeno sta producendo, come conseguenza, l’introduzione di molti alimenti tipicamente italiani nella loro dieta ma anche di quelli tipicamente di altri Paesi nella nostra. Di questo iniziano a tenere conto anche i pediatri e lo consideriamo anche noi dietisti nutrizionisti nello stilare i protocolli alimentari destinati alle mense delle scuole dell’Infanzia e delle primarie.
Il risultato è che nel piatto dei nostri figli si trovano sempre più spesso cibi che, fino a qualche anno fa, ci erano quasi sconosciuti: miglio, quinoa, bambù e soprattutto tanta frutta esotica, spesso amata in maniera particolare dai bambini per i suoi colori vivaci, i profumi intensi e le forme inconsuente.
La piramide alimentare transculturale
Ma in cosa differisce, esattamente, la piramide alimentare transculturale da quella tradizionale, che è lo stile alimentare di riferimento in ogni fase della vita, propedeutico per la buona crescita dei bambini? In realtà, i principi di base restano invariati. Ciò che cambia è la varietà degli alimenti proposti.
Alla base della piramide alimentare transculturale c’è, come sempre, l’acqua. L’acqua va considerata come un vero e proprio alimento, è essenziale. E’ grazie all’acqua che le nostre cellule possono nutrirsi, perché l’idratazione è fondamentale per il metabolismo basale e cellulare.
Sul primo scalino della piramide transculturale troviamo la frutta e gli ortaggi. Fonte di vitamine e sali minerali preziosi, per la salute, il benessere e l’accrescimento. Al fianco dei nostri agrumi, pomodori, carote e melanzane ci sono i germogli di bambù, il mango, la papaya, il litchis e il frutto della passione.
Scalando gli altri gradini della piramide alimentare transculturale troviamo i cereali, dove fanno la loro comparsa la quinoa e il miglio, i latticini, le noci e i semi, i legumi, il pesce, la carne e i formaggi. Infine, in cima troviamo dolciumi, grassi, fritti, snack, bevande zuccherate, da limitare fortemente, esattamente come consiglia la piramide alimentare classica.
La frutta esotica
E’ davvero così importante incoraggiare i nostri bambini a provare la frutta esotica?
Come dietista nutrizionista non posso che dire di sì, perché questi frutti, ricchi di acqua e fibra idrosolubile (utile per il benessere intestinale e combattere la stipsi), contengono sostanze nutritive in qualità e quantità diversa rispetto alla nostra frutta, che siamo abituati a consumare ogni giorno. È bene favorire questa integrazione salutare, oltre che deliziosa, colorata e profumata! Una maggiore varietà è utile anche per offrire maggiori scelte gustose ai nostri bambini, che non sempre apprezzano la frutta.
Il mango, ad esempio, dal sapore delizioso, è una fonte di vitamina A e K, di fosforo, potassio e calcio. Inoltre, contiene folati, che aiutano a combattere affaticamento e spossatezza.
La papaya, come si intuisce dal suo vivace colore arancione, è invece una miniera di carotenoidi, sostanze antiossidanti che combattono l’effetto dei radicali liberi, tanto importanti per la bellezza della nostra pelle e per favorire una sana abbronzatura. E’ anche fonte di vitamina C, rame, ferro, potassio e magnesio. Inoltre, dal frutto immaturo di papaya si estrae l’enzima papaina. La papaina è un’idrolasi, esattamente come la bromelina dell’ananas, hanno entrambe spiccata azione di favorire la digestione.
L’ananas è uno dei frutti esotici più amati dai bambini, perché ha un gusto naturalmente dolce, molto indicato anche per sostituire o arricchire i dessert. E’ composto per l’86% di acqua quindi un frutto idratante, perfetto per l’estate o per chi fa sport e ha bisogno di reintegrare velocemente grandi quantità di liquidi e sali minerali. Contiene vitamina E, B1, beta-carotene, potassio, magnesio e calcio.
Un’idea per una bella merenda che possa unire bambini italiani e stranieri? Una macedonia fatta con ananas, mele, datteri, arance, papaya, pere, mango e passion fruit. I sapori naturalmente dolci evitano di dover aggiungere zucchero e questa merenda è certamente una bomba di sostanze nutritive benefiche.
Fonte
La piramide nel sito della Società Italiana di Pediatria.
Articolo creato in collaborazione con la dott.ssa Annamaria Acquaviva – dietista, nutrizionista – impegnata in progetti di prevenzione dell’obesità infantile, svolge regolarmente conferenze, e interventi in periodici e reti televisive (Raiuno, Rete4, Raitre) come divulgatrice su temi di nutrizione.